Per ordinare correttamente il calcestruzzo a prestazione, devono essere specificate le seguenti caratteristiche:
Le opere realizzate con un calcestruzzo durevole hanno la capacità di mantenere per il tempo previsto (vita utile), entro limiti accettabili per le esigenze di esercizio e con normali interventi manutentivi, i valori delle caratteristiche funzionali.
La durabilità del calcestruzzo è quindi la capacità del materiale di mantenere nel tempo le proprie caratteristiche a livello di prestazione richieste dall’opera, resistendo a tutte le azioni aggressive sia chimiche che fisiche dell’ambiente. Per ottenerla è necessario il coinvolgimento del progettista, del produttore e del costruttore perché:
La lavorabilità è la proprietà del calcestruzzo fresco che definisce la capacità dell’impasto di essere manipolato e costipato.
Con la determinazione della consistenza, eseguita solitamente con il cono di Abrams, si ha una precisa indicazione sul grado di lavorabilità del calcestruzzo. Essa si determina con la misura dello SLUMP; quanto maggiore sarà lo slump quanto più lavorabile sarà il calcestruzzo e più facile risulterà la sua messa in opera.
Classe di consistenza | Abbassamento al cono (in mm) | Denominazione corrente | Campo di applicazione consigliato | S1 | da 10 a 40 | Umida |
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S2 | da 50 a 90 | Plastica | Cordoli, fognature |
S3 | da 100 a 150 | Semifluida | Scale, rampe, coperture inclinate |
S4 | da 160 a 210 | Fluida | Fondazioni, pareti, pilastri, travi, solai |
S5 | oltre 220 | Superfluida | Strutture sottili, solette molto armate, pavimentazioni |
È importante, nel valutare la durabilità di una struttura, considerare l’ambiente in cui l’opera è destinata a sorgere. Le azioni ambientali sono classificate attraverso l’appartenenza a classi di esposizione come specificato dalle norme UNI 11104 e UNI EN 206
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